Quantcast
Channel: Libertiamo.it » PD
Viewing all articles
Browse latest Browse all 40

Una cronica inesistenza, chiamata “stabilità”. Si smascheri il bluff del governo che non c’è

$
0
0

- Di un governo che non governa l’Italia, ma i rapporti difficili tra il PD e il PdL e soprattutto le angosce del secondo, così anche alimentando l’insofferenza del primo, che senso ha augurarsi che rimanga stabile, cioè stabilmente inefficiente e insufficiente? Il governo, come il lavoro, è stabile innanzitutto quando c’è, non se cronicizza la propria inesistenza reale, in virtù di una garanzia legale. E il governo Letta, come governo, appunto non esiste, anche se Letta continua a soggiornare a Palazzo Chigi.

L’esecutivo – cioè l’ente che c’è anche se il governo non c’è, perché la continuità dello Stato è fatta giuridicamente salva dalla cadaverica immobilità politica di un governo – è un mero ufficiale pagatore delle cambiali contratte dai partiti, un puro esecutore degli accordi della nostra resuscitata “democrazia di scambio”.

La retorica soffocante di queste settimane sulla stabilità di governo e sui rischi dell’instabilità non fa i conti col fatto che in Italia è questa stabilità il vero rischio di sistema, che nel paese che continua a non crescere mentre i competitor hanno tutti ripreso a farlo, i partiti non sono mai cresciuti e forse gli elettori neppure, preferendo esorcizzare i problemi all’affrontarli.

In Italia non solo l’economia, ma anche la democrazia è a rischio, perché anch’essa è “sovrana” solo se politicamente efficiente e capace di governare le cose e di non farsene trascinare in una fantasmagoria di illusioni e frustrazioni. Non dobbiamo temere il golpe dei generali, ma quello degli esorcisti, tra gli applausi degli esorcizzati, non il complotto dei poteri forti, ma l’auto-complotto auto-consolatorio dei pensieri deboli.

Non dovremmo accettare che contro la peste del declino, dell’impoverimento e del degrado civile di un paese non solo impaurito ma chiaramente indifeso, l’unica alternativa politica sia tra il negazionismo dei nuovi don Ferrante e il fanatismo dei redivivi cacciatori di untori. E sopratutto non dovrebbero accettarlo per “senso di responsabilità” quanti (sbagliando) pensano che l’unico modo per salvare il salvabile sia di mettersi in mezzo tra gli uni e gli altri, costretti a dar ragione un po’ ai primi e un po’ ai secondi, e mai a se stessi e alla propria intelligenza.

Insomma, che ci fa Mario Monti nella cosiddetta maggioranza di Enrico Letta? Cosa ci fa Fabrizio Saccomanni? In primo luogo, cosa ci fa Enrico Letta?


Viewing all articles
Browse latest Browse all 40

Latest Images

Trending Articles